
Il Biscione si fa suv, con Stelvio!3 min read
25 Febbraio 2017
#laguardo:
Si capisce subito che è un’Alfa: ha le linee pulite, il frontale aggressivo contraddistinto dallo scudo trilobato centrale. Tutto rimanda alle altre vetture, tant’è che ad occhi inesperti potrebbe sembrare una Giulietta rialzata.

Il colore triplo strato, Rosso Competizione, rispecchia la sportività di questo suv alla perfezione.L’eleganza italiana si nota anche nei proiettori Xenon affusolati, la linea muscolosa della fiancata chiude con il posteriore imponente e schiacciato. Tutti i lamierati sono in alluminio per ridurre il peso. Anche il design dei cerchi in lega da 19″ con gomma ribassata é appariscente: di sicuro non si passa inosservati!
Ora la gamma sport-premium Alfa é tornata ed esserlo in tutto e per tutto.
#entro:


Al centro della plancia ci sono i comandi per gestire il sistema d’intrattenimento. Lo schermoda 8″, non touch screen, è ottimo per gestire tutte le informazioni ed il sistema di navigazione è perfettamente è visibile in qualsiasi situazione. Manca solo la connessione ad internet, pecca per un’auto di questo genere.

A testimoniare la sportività, accanto alla leva del cambio, c’è il tastino Alfa Dna rivisto e con l’aggiunta della selezione race.

Il telaio è stato studiato apposta per questa vettura, come ogni Alfa che si rispetti, è dotato di trazione integrale Q4; migliorata per ripartire la trazione tra le ruote anteriori e posteriori: in marcia normale la trazione arriva a quelle posteriori, quando la strada finisce e il terreno diventa scivoloso si attivano anche le ruote anteriori. È facile intuire che il suo nome sia azzeccato perché questa macchina va guidata e provata fuori strada.

– Il cambio automatico è prontissimo e le cambiate sono molto veloci
– La maneggevolezza è tenuta di strada sono come una sportiva
– Le prestazioni, soprattutto sul benzina, sono davvero ottime
– Il diametro di sterzata è molto ampio, non è facile girare in posti stretti
– Il sistema di navigazione pecca di molte funzionalità
– Il quinto passeggero trova a fatica la posizione tra un sedile duro e un mobiletto centrale ingombrante