
Lamborghini si riconverte per il Coronavirus3 min read
6 Aprile 2020Dopo anni di crescita con ben 8.205 auto vendute nel 2019 tra Urus, Huracán e Aventador, anche il Toro riposa obbligatoriamente. Dalla produzione di supercar, ma non da quella di beni di prima necessità per il Coronavirus. La Lamborghini, si mette in prima linea nella lotta contro la pandemia, ha infatti riconvertito alcuni reparti dello stabilimento di Sant’Agata Bolognese per produrre mascherine chirurgiche e visiere protettive per il Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna. La fabbricazione dei dispositivi di protezione, circa mille al giorno, è stata affidata a un gruppo di operatrici e operatori della selleria, il reparto dedicato alla realizzazione degli interni e delle personalizzazioni della gamma. In questo modo una ventina di volontari sono nella fabbrica chiusa, su un totale di circa 1.800 lavoratori che al momento, come gran parte dei colleghi in tutta Italia, sono divisi tra smart working e ferie. Intanto, in segno di unità e sostegno a tutti coloro che stanno vivendo l’emergenza, ogni sera la Casa illumina con il tricolore lo stabilimento.
#Biomedicaltech:

Tra i vari contributi della Lamborghini, non poteva mancare l’utilizzo delle stampanti in 3D, utilizzate per i dettagli di carbonio e altri materiali delle supercar. In questo momento i macchinari saranno riconvertiti per realizzare visiere protettive di policarbonato, all’interno dello stabilimento di produzione compositi e nel reparto di Ricerca e Sviluppo. La produzione sarà di 200 pezzi al giorno. Non è un caso: la Lamborghini vanta una storica collaborazione con l’Ospedale Sant’Orsola-Malpighi, sia per la consulenza per la promozione dei programmi di tutela della salute delle persone, tramite professionisti del Policlinico, sia su progetti di ricerca, in particolare nell’ergonomia.
#Nuovoautomotive:

”Oggi per noi la priorità è la tutela del lavoro, dobbiamo essere prudenti negli investimenti e ridefinire le priorità, per essere incisivi sulle attività necessarie e posticipare quelle non necessarie”, racconta l’AD Stefano Domenicali. “Il settore dell’automotive dovrà affrontare una crisi importante: mancherà la liquidità alle famiglie e questo farà slittare in avanti la propensione all’acquisto. Gli investimenti nella elettrificazione, che hanno avuto un’incidenza sul prezzo delle auto determinandone un incremento, potrebbero avere un freno. Questa crisi può allungare il periodo di avviamento dell’elettrico all’interno del settore auto soprattutto nei segmenti bassi, per mancanza di risorse in capo alle famiglie”. A Sant’Agata non manca ottimismo, d’altra parte ben motivato: sulle auto di super lusso la richiesta sarà più veloce, dal momento che si rivolge a clienti particolari, più rapidi e nel recuperare, appena superata la crisi. “Non cambierà il nostro piano industriale, ma cambieranno i tempi. Abbiamo un piano sviluppo prodotto ben definito, che rimarrà tale. Quello che potrà essere modificato sarà l’orizzonte temporale dei lanci. Avrà senso ripartire con il lancio di prodotti nuovi quando il mercato sarà pronto ad accettarli”, finisce Domenicali. “Dato che si tratta di prodotti emozionali dobbiamo capire il momento giusto per presentarli per massimizzarne la ricezione da parte dei nostri clienti”.